Alcol ed osteoporosi

L’alcol è un fattore di rischio per l’osteoporosi ed i suoi effetti dipendono dalla quantità e dall’età in cui si assume. Vediamo come.

L’articolo Alcohol and Other Factors Affecting Osteoporosis Risk in Women presenta una panoramica degli studi disponibili alla data della sua pubblicazione.

Assunzione moderata di alcol

Gli studi analizzati sembrerebbero evidenziare due conseguenze positive rispetto all’assunzione moderata di alcol:

  • riduzione del rischio di frattura nel periodo di post menopausa;
  • significativa riduzione del rischio di deformità vertebrale dopo i 65 anni per donne che hanno praticato l’assunzione moderata di alcol almeno 5 giorni alla settimana rispetto a quelle che ne hanno assunto solo un bicchiere a settimana.

Per assunzione moderata di alcol secondo il dipartimento americano della salute corrisponde ad un bicchiere al giorno per le donne e due per gli uomini.

Quest’osservazione relativa ai benefici dell’assunzione moderata di alcol sulle ossa non sembra, però, supportata dagli studi in laboratorio su animali quindi è da ritenersi ancora in fase di verifica.

Esistono, comunque, studi successivi sulle persone e le loro abitudini nell’assunzione di alcolici.

Assunzione cronica e massiccia di alcol

Al contrario del caso precedente sembra appurato che l’assunzione massiccia e cronica di alcol, soprattutto nel periodo adolescenziale e delle prime fasi della vita adulta, riduca sensibilmente la salute delle ossa favorendo il rischio osteoporosi.

L’effetto dell’alcol, però, non si limita all’assunzione da giovani ma anche nella terza età. Si è infatti osservato che le donne in un’età compresa tra i 67 e 90 anni che assumono 6 bicchieri al giorno hanno una diminuzione di densità ossea sensibilmente maggiore a quelle con un’assunzione minima.

Nonostante sia stata osservata una correlazione tra l’assunzione massiccia di alcol e la diminuzione della salute delle ossa, il meccanismo in cui questo accada non è ancora chiaro in quanto è nota un’influenza negativa sugli osteoblasti ma questa non è sufficiente a spiegare per intero il fenomeno.

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