I betabloccanti, farmaci normalmente utilizzati come antiaritmici, antipertensivi e antianginosi, sembrano promettenti anche come difesa contro l’osteoporosi indotta dagli antidepressivi.
Antidepressivi, come influenzano il processo delle ossa
Gli antidepressivi come effetto collaterale possono causare l’indebolimento osseo aumentando il rischio di osteoporosi. In particolare si tratta della categoria di farmaci detti inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), tra cui compare il famoso Prozac® o il Citalopram, e di cui la fluoxetina fa parte.
In uno studio della Columbia University Medical Center sono state usate delle cavie per capire questo effetto indesiderato può essere ridotto e eliminato totalmente.
In un primo momento la fluoxetina protegge le ossa inibendo gli osteoclasti ma, dopo un periodo di utilizzo prolungato dell’ordine delle settimane, questa molecola cambia questo segnale che rilascia il cervello ed inibisce il lavoro delle cellule che “smontano” l’osso ed, in più, influenza negativamente il processo di formazione ossea.
Cosa fanno i betabloccanti?
L’utilizzo nelle cavie del betabloccante propranololo a basso dosaggio sembra neutralizzare il fenomeno di perdita ossea senza interferire con l’effetto antidepressivo aprendo una speranza per le donne in pre e postmenopausa che assumono antidepressivi.