Cosa sono le fratture da stress

Le fratture da stress sono degli infortuni da sovraccarico dell’osso e colpiscono con incidenza variabile (stimata tra il 5 e il 30%) atleti che praticano differenti discipline sportive che comportino sollecitazioni meccaniche. Queste fratture, che possono essere parziali o complete, si originano quando si sottopone un osso ad un carico meccanico sottomassimale, cioè inferiore a quello di rottura, ripetuto ed eccessivamente concentrato nel tempo, superandone così le capacità di rigenerazione e adattamento.

Perché avviene la frattura da stress

L’osso, come il muscolo, non è un tessuto inerte, ma è in grado di adattarsi, riparandosi, rigenerandosi e modellandosi in risposta ai microtraumi secondari ai carichi e alle deformazioni a cui è sottoposto. In questo modo, l’osso ottimizza le sue capacità di resistere proprio alle tipologie di carico a cui viene sottoposto. Naturalmente questi adattamenti sono progressivi e richiedono un certo tempo, che varia in funzione delle caratteristiche individuali del soggetto. Incrementi improvvisi di intensità o durata delle sollecitazioni (carichi di allenamento) o variazioni della tipologia di lavoro (es. introduzione di elevato numero di salti e balzi in un atleta che non li ha mai eseguiti), possono talvolta favorire la comparsa di fratture da stress.

Una prima suddivisione che spesso si utilizza, distingue, all’interno delle fratture da stress, le fratture “da fatica” (in cui il carico eccessivo gioca un ruolo determinante) dalle fratture “patologiche” (in cui la presenza di una debolezza intrinseca dell’osso favorisce la lesione). In realtà, nell’ambito sportivo la grande maggioranza dei casi va attribuita alle forme “da fatica”, ma la possibile presenza di una ridotta resistenza dell’osso (osteopenia o osteoporosi) legata a qualche causa organica non va mai trascurata, specialmente nel sesso femminile.

Proprio le donne atlete hanno alcune condizioni predisponenti alle fratture da stress dette “triade della donna atleta”.

Quali ossa sono a rischio di fratture da stress

A seconda della specialità sportiva, le sedi più frequenti di frattura possono variare. In generale, gli arti inferiori sono nettamente più colpiti (nell’ordine: tibia, femore, perone, ossa metatarsali), con la tendenza ad un maggior coinvolgimento delle ossa del piede nell’atletica leggera (ostacolisti, sprinters e saltatori), nel calcio e nella ginnastica e di entrambi i distretti (gamba e piede) in atleti che praticano la corsa prolungata (mezzofondo, maratona, ultramaratone). Per quanto riguarda gli sport di lancio, sono descritte principalmente fratture omerali, dell’olecrano e della “pars interarticularis” delle vertebre lombari (spondilolisi), queste ultime sono anche descritte nella ginnastica artistica, e risultano secondarie a gesti in iperestensione/torsione del tronco, causando spesso “mal di schiena” cronico.

< Indice – Diagnosi della frattura da stress >

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