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Osteoporosi secondaria, cos’è?

Osteoporosi secondaria, se ne sente parlare ma va ricordato che esiste anche quella primaria. Quest’ultima è tipicamente dovuta all’età ed al funzionamento fisiologico dell’osso. La seconda è conseguenza di altre malattie o condizioni che predispongano alla perdita di densità ossea.

Osteoporosi primaria

L’osteoporosi primaria si divide a sua volta in due tipi.

Osteoporosi primaria di tipo 1

L’osteoporosi di tipo 1 è anche detta postmenopausale ed interessa un range di donne che va dal 5 al 20 % delle donne in menopausa da 15-20 anni. Attenzione, questi numero sono indicativi al fine di dare un ordine di grandezza ma non significa che non ci sia rischio di osteoporosi di tipo 1 già dopo 3 anni di menopausa.
Per questioni ormonali le donne sono a rischio circa 8 volte superiore rispetto agli uomini della stessa età. Almeno il 75% della perdita di massa ossea che avviene nei primi vent’anni dall’inizio della menopausa può essere attribuita alla mancanza di estrogeni piuttosto che all’età.Va poi ricordato che questo processo di riduzione non comincia con l’amenorrea ma può cominciare fino a 3 anni prima la cessazione dei cicli mestruali.

Osteoporosi primaria di tipo 2

L’osteoporosi di tipo 2, detta anche senile, avviene in uomini e donne di più di settant’anni ed è tipicamente associata a ridotta formazione di nuovi tessuti osseo unitamente ad una ridotta abilità dei reni a produrre il calcitriolo che ha un ruolo fondamentale nell’assorbimento del calcio dagli alimenti.

Osteoporosi secondaria

L’osteoporosi secondaria è costituita da un solo tipo, il tipo 3. Essa colpisce in modo uguale donne e uomini di qualunque età.
Le cause non sono note per un uomo su tre, negli altri casi, le ragioni principali sono malattie e terapie farmacologiche. Il tipo 3 di osteoporosi è associato a una varietà molto ampia di condizioni fisiche:

  • squilibri ormonali (ad esempio Sindrome di Cushing);
  • cancro (tipicamente il mieloma multiplo;
  • disordini gastrointestinali (tipicamente infiammatori anche conseguenti alla celiachia)
  • utilizzo prolungato di farmaci (ad esempio corticosteroidi, chemioterapia, anticoagulanti, eparina, acido valproico);
  • insufficienza renale cronica;
  • ipertiroidismo;
  • ipogonadismo per gli uomini;
  • periodi prolungati di immobilità;
  • artriti infiammatorie (in particolare reumatoide);
  • malnutrizione e disordini alimentari.

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