Nel corso della vita, la densità delle nostre ossa si accresce fino ai trent’anni circa (età alla quale si raggiunge il cosiddetto “picco di massa ossea”), per poi ridursi progressivamente nel corso del processo di invecchiamento.
Il calo repentino nella curva relativa alla donna rappresenta il sopraggiungere della menopausa.
I valori di massa ossea che raggiungiamo al picco e la velocità con cui questa cala dopo i trent’anni non sono valori predestinati prima della nascita che non si possono variare. Certo la genetica è il punto di partenza ma i fattori che influenzano i valori nell’arco della nostra vita sono anche:
- alimentazione;
- esercizio fisico;
- abitudini di vita (ad esempio il fumo ed alcool).
Le conseguenze del calo di massa ossea
La progressiva perdita di tessuto osseo comporta una graduale riduzione della resistenza meccanica e l’incremento del rischio di frattura. Le fratture che avvengono più frequentemente sono quelle a livello della colonna vertebrale, del polso e del collo del femore. Quest’ultime colpiscono maggiormente i soggetti più anziani e comportano le conseguenze più gravi, sia in termini di disabilità, sia come rischio di morte.
Alimentazione, esercizio ed abitudini: come agiscono sul picco di massa ossea
Tratteremo dell’alimentazione, degli esercizi e abitudini di vita corrette in articoli dedicati. In questa sede si intende mostrare come comportamenti virtuosi, o al contrario sconsigliati, agiscano sulla curva della densità ossea.
Prima dei trent’anni si agisce sulla parte a sinistra del picco di massa ossea. Ad esempio: bere latte e prendere sole, compatibilmente alle precrizioni per la salute della pelle, sembrerebbe aumentare la pendenza alzando il valore di picco di massa ossea, non l’età a cui avviene. La linea, cioò, si sposta verso l’alto.
Dopo i trent’anni le stesse azioni rallentano la riduzione di massa ossea riducendo la pendenza della parte a destra del picco di massa ossea. Le conseguenze pratiche sono una riduzione del rischio frattura.
Risultano intuitivi i risulati di comportamenti non virtuosi ovvero pendenza ridotta e prima del picco di massa ossea mentra accentuata dopo i trent’anni. Nella sostanza si costruisce un’impalcatura debole del nostro corpo e la si manutiene meno.
La comunità scientifica non è compatta
L’uso del termine “sembra” è doveroso in quanto la comunità scientifica sta attualmente dibattendo della cosa. A titolo di esempio, un articolo apparso sulla rivista ufficiale dell’associazione dei pediatri americani sostiene che ogni azione virtuosa atta ad incrementare la massa ossea abbia solo un beneficio transitorio e non duraturo. Si raccomanda perciò di affidarsi al proprio medico che conosce la vostra storia e saprà indicarvi le vie più corrette da intraprendere.