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SERM, Terapia Ormonale Sostitutiva e teriparatide contro l’osteoporosi

In quest’articolo riassumeremo la posizione degli endocrinologi italiani sull’efficacia di SERM, Terapia Ormonale Sostitutiva e Teriparatide contro l’osteoporosi.

SERM

I SERM (Modulatori selettivi del recettore degli estrogeni) che influenzano il comportamento degli estrogeni nel corpo. Si tratta di diverse molecole di cui passeremo rapidamente in rassegna alcune ma, generalmente tutte, hanno come controindicazioni vampate di calore, crampi alle gambe e trombosi venosa.

Raloxifene

Il raloxifene in dose giornaliera di 60 mg in forma orale ha dimostrato di ridurre l’insorgenza di nuove fratture vertebrali in donne osteoporotiche ed osteopeniche mentre sembra non avere effetti su fratture non vertebrali o dell’anca.

Bazedoxifene

Il bazedoxifene in dose orale di 20 mg al giorno è efficace nel ridurre il rischio di nuove fratture alla colonna ma sembra inefficace su quelle non vertebrali. Utilizzato congiuntamente ad estrogeni coniugati incrementa la densità di massa ossea al livello lombare della colonna e dell’anca. In questo caso, però, si aprono tutte le considerazioni sulla terapia ormonale sostitutiva.

Lasofoxifene

In dose orale giornaliera di 0,5 mg il lasofoxifene risulta efficace contro fratture vertebrali e non ma sembra inutile per le fratture del bacino.

Terapia ormonale

Per quello che riguarda la Terapia Ormonale Sostitutiva (TOS) si rimanda alla sezione dedicata. Comunque gli endocrinologi consigliano la terapia solo per quelle donne che hanno una menopausa precoce e fino all’età della normale menopausa.

Teriparatide

Il teriparatide, in dose da 20 μg al giorno per via sottocutanea, è l’unica molecola che sfrutta il processo di anabolismo osseo (attività degli osteoblasti) per ridurre il rischio di frattura in post menopausa. Il trattamento non può superare i due anni ed è controindicato in soggetti con problemi ai reni, ipertiroidismo primario, malattia ossea di Paget, livelli elevati senza una ragione chiara di fosfati alcalini, cancro allo scheletro e metastasi ossee. Va anche evitato l’uso prima di radioterapie.

Il trattamento con teriparatide riduce il rischio di fratture non-vertebrali durante il trattamento e, seppur con un sensibile calo anche fino a 18 mesi dopo la sospensione.

L’efficacia del trattamento potrebbe essere ridotta se in precedenza al trattamento si era fatto uso di farmaci antiriasorbitivi.

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