La fotoallergia è una reazione eccessiva del sistema immunitario all’esposizione al Sole ma è proprio grazie alla luce solare che il nostro metabolismo sintetizza la vitamina D, il prezioso alleato contro l’osteoporosi.
La frequenza del problema lo rende non trascurabile: sembra che un Italiano ogni dieci sia fotoallergico.
Cos’è e come si manifesta l’allergia al Sole
L’origine di questa problematica non è chiaro. Quello che è noto è che deve esserci una predisposizione genetica, quindi ereditarietà, ed eventualmente, ma non necessariamente, fattori esterni come l’utilizzo durante l’esposizione di creme o profumi.
I sintomi più comuni sono irritazione alla pelle e presenza di bolle o ponfi che possono presentarsi anche a distanza di ore dall’esposizione al Sole.
Come “gestire” l’allergia al sole
La prima cosa da fare quando si sospetta di essere allergici al sole è rivolgersi al proprio medico per verificare la reale presenza dalla patologia (dermatite polimorfa, dermatite fotoallergica e orticaria solare) ma in generale:
- vanno evitate esposizioni massicce ed improvvise preferendo esposizioni graduali fin da inizi stagione (il medico potrebbe optare anche per la fototerapia, processo artificiale che simula l’esposizione graduale);
- evitare l’esposizione durante le ore col raggio solare più intenso;
- usare filtri solari di ottima qualità specifici per chi soffre di queste problematiche (alcune protezioni potrebbero fare peggio).
Nel caso sia necessario intervenire a causa di sintomi gravi e prolungati il medico potrebbe optare per l’utilizzo di antistaminici o calcio antagonisti.
Le conseguenze per la vitamina D e l’osteoporosi
La vitamina D è generata dal nostro organismo a seguito dell’esposizione solare. Uno studio inglese conferma che le persone allergiche sono a rischio di bassi livelli di vitamina D. A meno che non sia efficacie la tecnica dell’esposizione graduale per ridurre la sensibilità della pelle, l’alimentazione e gli integratori diventano ancora più importanti per la salute delle ossa.