I ricercatori hanno identificato una nuova molecola che potrebbe contribuire alla regolazione della vitamina D nell’organismo. Questo fenomeno potrebbe essere sfruttabile per ridurre il rischio di osteoporosi negli uomini in terapia per cancro alla prostata.
Delicati equilibri tra vitamine, enzimi e recettori…
La terapia contro il cancro alla prostata riduce i livelli di ormoni maschili. Questi ormoni giocano ruoli rilevanti in molti processi dell’organismo; tra di essi quelli che regolano la vitamina D nell’uomo causando un potenziale aumento del rischio osteoporosi.
Il recente studio 5α-dihydrotestosterone reduces renal Cyp24a1 expression via suppression of progesterone receptor pubblicato su Journal of Molecular Endocrinology ha rilevato un regolatore del metabolismo della vitamina D che può essere utilizzato per ridurre il rischio osteoporosi in uomini che stanno effettuando terapia anti cancro della prostata.
Da studi in vitro e su cavie, è emerso che la carenza di ormoni sessuali maschili è correlato all’incremento di un enzima che inattiva la vitamina D. Anche questo enzima è influenzato da qualcos’altro, in particolare da un aumento di un recettore del progesterone.
L’applicazione su uomini in terapia per il cancro alla prostata
La scoperta porta all’idea di modulare i livelli del suddetto recettore unitamente ad integratori di vitamina D. Se ulteriori studi confermeranno l’idea l’efficacia dell’attuale terapia contro il rischio di frattura ossea potrebbe incrementare.