frattura

Stronzio ranelato e anticorpi anti-RANKL contro l’osteoporosi

Continua la rassegna di articoli sull’opinione dei medici endocrinologi italiani sulle cure farmacologiche contro la l’osteoporosi.

In quest’articolo si approfondirà l’efficacia dello stronzio ranelato e degli anticorpi anti-RANKL (denosumab) nelle donne in post menopausa.

Stronzio ranelato

Il meccanismo d’azione dello stronzio ranelato non è totalmente noto nonostante sembri avere un doppio effetto: aumentare la formazione di nuovo osso e ridurre il riassorbimento di quello esistente.

In dosi da 2 g al giorno lo stronzio ranelato aumenta la densità ossea e riduce il rischio di fratture vertebrali e non per donne in post menopausa e contrubuisce a ridurre il rischio di frattura dell’anca in donne di età superiore a  74 anni con T-score inferiore a −3.

Purtroppo non è privo di effetti collaterali. Lo stronzio ranelato è stato associato a fenomeni di trombosi venosa, serie reazioni allergiche alla pelle e, sembra, rischi cardiovascolari. Oggi questo farmaco è contro indicato per persone con esperienze di problemi cardiovascolari, cerebrovascolari e ipertensione.

Anticorpi anti-RANKL

Senza entrare in tecnicismi non adatti a questa sede, il RANKL (RANK-Ligando) mediatore che viene prodotto dagli osteoblasti a seguito di svariati stimoli e che regola a sua volta la produzione di osteoclasti maturi che si occupano del riassorbimento osseo. L’osteoprotegerina (OPG) è, invece, un prodotto degli osteoblasti, generatori del tessuto osseo, e bloccando l’azione del RANKL. Anche dall’equilibrio tra RANKL ed OPG dipende la salute dell ossa.

Il calo di estrogenici in donne in post menopausa causa un incremento di RANKL con un nuovo rapporto tra RANKL e OPG che favorisce il riassorbimento osseo. Gli anticorpi anti RANKL hanno la funzione di inibire questo mediatore riducendo il riassorbimento osseo ed aumentare la densità ossea.

Il farmaco, denosumab, deve essere somministrato ogni 6 mesi per mezzo di iniezione sottocutanea ed ottiene ottimi risultati per fratture vertebrali e non con risultati ancora migliori in donne trattate precedentemente con bifosfonati.

Sicuro e ben tollerato il farmaco ha comunque degli effetti collaterali come, ad esempio, fenomeni dermatologici e, in donne che non assumevano calcio e vitamina D, casi di ipoglicemia.

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