Vitamina D

Vitamina D, come assumerla nel modo corretto

Abbiamo visto come gli integratori di calcio non siano la soluzione migliore per compensare eventuali carenze ma deve sempre essere preferibile l’assunzione tramite alimenti. Cosa si può dire della vitamina D? Il British Medical Journal (BMJ) fa il punto della situazione analizzando i vari studi disponibili.

Forse meno utile di quanto si pensa

Livelli adeguati di vitamina D si trovano praticamente in tutte le linee guida di ogni nazione contro l’osteoporosi. La stessa Società Italiana dell’Osteoporosi del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro nelle sue linee guida parla di dosi usualmente raccomandate fino a 4000 UI/die. Lo studio del BMJ pone dei dubbi sulla sua reale efficacia.

I fatti sulla vitamina D

Quello che il BMJ conferma come dati di fatto provati sono:

  • la vitamina D viene sintetizzata dalla nostra pelle con l’esposizione ai raggi solari;
  • le fonti alimentari si limitano a pesce azzurro, prodotti caseari, tuorlo, carne rossa, fegato ed alimenti addizionati come cereali, latte;
  • la vitamina D è fondamentale per l’assorbimento del calcio a livello intestinale ed al suo livello corretto nell’organismo;
  • livelli scarsi di vitamina D possono causare l’osteomalacia;
  • soggetti ad alto rischio devono esporsi al sole, mangiare in modo corretto e considerare l’assunzione di integratori a basso dosaggio(400-800 IU/die);
  • insufficienza di vitamina D non ha risvolti solo sull’apparato muscolo scheletrico ma può causare anche, a titolo di esempio,
    • cancro;
    • complicazioni cardiovascolari;
    • complicazioni cardiocircolatorie;
    • problemi gastrointestinali;
    • infezioni;
    • diabete;
    • problemi neurologici;
    • complicanze in gravidanza;
    • problemi respiratori.

Vari studi sulle abitudini evidenziano la contemporanea presenza di due condizioni: fragilità ossa e carenza di vitamina D. Il BMJ suggerisce di non affrettarsi a giudicare la prima come conseguenza della secondoa che, invece, potrebbe essere considerata come un indicatore di uno stile di vita non adeguato.

Lo studio del BMJ suggerisce un approccio più quantitativo randomizzato in quanto sono da ricercare relazioni causa-effetto dell’integrazione di vitamina D sulla resistenza ossea.

Anche per i problemi non scheletrici elencati precedentemente bisogna capire se l’uso di integratori risulta efficacie o inutile.

I dubbi

Monoterapia di vitamina D

Il BJM ha passato in rassegna oltre 50 metanalisi sull’impatto dell’integrazione della sola vitamina D sulle cadute o le fratture. I risultati sono diversi perché le metodologie lo sono ma nessuno ha dato evidenza totale che l’utilizzo di integratori migliori le condizioni dell’apparato muscolo scheletrico.

Vitamina D in associazione al calcio

La terapia di vitamina D in associazione al calcio sembra essere leggermente più efficacie della monoterapia ma comunque solo in caso grave deficienza in soggetti presso istituti di cura (non a casa propria).

Secondo lo studio la doppia terapia può essere presa in considerazione ma ponderando bene i potenziali effetti indesiderati come calcoli ai reni o cardiovascolari.

Cosa ci aspetta

La metanalisi del BMJ va oltre dando un’occhiata agli studi attualmente in corso e non si aspetta inversioni di rotta rispetto a quanto espresso. I benefici sembrano essere minimi e soprattutto a favore di soggetti con grossi deficit di vitamina D che, però, non sono presi in considerazione delle investigazioni attualmente in atto.

L’unico vero aspetto che potrebbe essere chiarito dagli studi in corso è l’ipotesi che alte dosi di vitamina D possano essere dannose.

Raccomandazioni

Lo studio conclude dicendo:

L’osteomalacia è un problema non diffuso ma molto serio che può essere prevenuto. Persone ad alto rischio dovrebbero essere invitate ad esporsi alla luce del sole, seguite per una dieta corretta e, caso per caso, assumere integratori a basso dosaggio.

Infine, non sostituitevi al vostro medico e seguite tutte le indicazioni che vi fornisce. Le scelte sono spesso basate su quadri clinici complessi per età, sesso, stato di salute ed abitudini. Si tratta di situazioni che non possono essere gestite autonomamente.

Leggi anche...

Immagine 3D del DNA

Sindrome di Hajdu-Cheney: una nuova speranza

Un trattamento utile contro una rara malattia ossea, la sindrome di Hajdu-Cheney, potrebbe un’arma efficacie contro …