Neonato che dorme

Vitamina D durante la gravidanza e deformazione cranica

Un recente studio pubblicato dalla rivista Maternal & Child Nutrition ha evidenziato come un’assunzione insufficiente di vitamina D da parte di donne incinta sia correlata ad un rischio maggiorato di deformazione posizionale del cranio durante l’infanzia del bimbo.

Cos’è la deformazione posizionale del cranio

La deformazione posizionale del cranio è una malformazione che porta ad uno sviluppo asimmetrico del cranio e può capitare per diverse ragioni essenzialmente di tipo meccanico.

I neonati hanno il rischio maggiore di sviluppare questa deformazione nei primi quattro mesi di vita riducendosi nei sei mesi successivi grazie a una maggiore mobilità del bimbo stesso che si può spostare autonomamente mentre dorme.

Perché la vitamina D riduce il rischio di deformazione cranica

La vitamina D gioca un ruolo di primaria importanza nello sviluppo dell’apparato scheletrico ed un gruppo di ricercatori olandesi hanno ricercato eventuali correlazioni tra la vitamina e le deformazioni craniche.

Lo studio ha coinvolto 275 neonati tra i due e quattro mesi affetti da deformazione cranica posizionali e 548 senza il problema e nello stesso intervallo di età.

I ricercatori hanno usato un questionario per raccogliere le informazioni dalle madri sul loro stile di vita (alimentazione, assunzione di vitamina D e tempo all’aperto) e compararli tra quelle dei bambini in salute con quelli affetti dalle deformazioni. È emerso che le madri che non hanno seguito le raccomandazioni di integrare la propria normale assunzione giornaliera con  400 IU (10 μg) di vitamina D durante l’ultimo trimestre di gravidanza avevano una probabilità di 1,86 volte superiore rispetto alle altre di avere bimbi con la deformazione.

Proseguendo, i neonati che non ricevevano l’integrazione giornaliera raccomandata di vitamina D, sempre di 400 UI, erano più di 7 volte a rischio deformazione degli altri.

La raccomandazione alle mamme, dunque, è quella di parlarne col proprio medico per avere le indicazioni di comportamento corrette nel proprio caso e proseguire poi col pediatra seguendo poi attentamente le indicazioni fornite.

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