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Una meta-analisi pubblicata di recente sulla rivista Clinical Nutrition ESPEN non ha trovato associazioni statisticamente significative tra vitamina C, vitamina D, o integrazione di zinco e diminuzione della mortalità Covid-19.
Tuttavia, ha trovato che coloro che avevano preso supplementi di vitamina D avevano meno probabilità di essere intubati e avevano in media più breve durata di soggiorno in ospedale rispetto a coloro che avevano ricevuto solo la cura standard Covid-19.
I dettagli sugli studi riguardanti il Covid-19
Per questa meta-analisi, il team di ricerca dell’Università di Toledo ha trovato un totale di 26 studi, tra cui 10 studi randomizzati controllati e 16 studi osservazionali, che avevano un totale di 5.633 pazienti con Covid-19.
Queste tecniche hanno poi permesso al team di quantificare gli effetti complessivi degli integratori.
Complessivamente, nove studi hanno valutato l’uso di integratori di vitamina C, cinque l’uso di integratori di zinco, e quattordici l’uso di integratori di vitamina D non hanno trovato alcun effetto statisticamente significativo sulla mortalità Covid-19.
Tuttavia, gli studi sulla vitamina D, che comprendevano un totale di 927 pazienti che ricevevano integratori di vitamina D rispetto a 2570 pazienti che ricevevano solo cure standard, hanno mostrato che l’integrazione di vitamina D era associata a un tasso inferiore del 45% di intubazione e a una durata media della degenza inferiore di 1,26 giorni.
Questo non significa necessariamente che si dovrebbe iniziare ad assumere integratori di vitamina D a manciate. Infatti, molti degli studi esistenti sulla vitamina D hanno numerose lacune e sono necessari più studi per stabilire più definitivamente se ci sono eventuali collegamenti tra la vitamina D e la protezione contro gli effetti del Covid-19.
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