Esempio di mappa 3D delle ossa. I punti rossi su sfondo nero evidenziano i punti critici.

Mappe delle ossa in 3D per la diagnosi precoce dell’osteoporosi

I chimici hanno sviluppato una tecnica in grado di rivelare microfratture nelle ossa dei pazienti senza ricorrere a raggi X. Potrebbe essere un nuovo strumento per la diagnosi precoce di malattie degenerative per le ossa come l’osteoporosi.

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Questa immagine 3D mostra in dettaglio le più piccole fratture delle ossa. Identificare rapidamente questi micro danni – più piccoli di un capello – potrebbe aiutare a diagnosticare precocemente condizioni patologiche come l’osteoporosi. Quando si forma una microfrattura il calcio viene allo scoperto in quella posizione specifica. Gli scienziati di Dublino hanno sviluppato una nanoparticella biologicamente sicura che si lega al calcio stesso.

Thorri Gunnlaugsson, Professore di Chimica presso il Trinity College di Dublino, dice: “Per simulare il danno, quello che abbiamo fatto è stato scalfire con un bisturi un osso ed immergerlo in una soluzione con l’agente. Dopo averlo pulito e lasciato qui per un certo periodo [nella soluzione, ndr] … e risciacquato lo possiamo rimettere nuovamente sul vetrino ed analizzarne l’immagine al microscopio confocale a fluorescenza.” Ben più preciso dei raggi X, cosa essenziale, non espone i pazienti alle radiazioni. “Contrariamente ai raggi X – continua il professor Gunnlaugsson – con i quali si possono vedere tutti i tessuti, qui stiamo puntando solo alle fratture dell’osso, solo la parte danneggiata. Ed è il vantaggio di questa tecnologia.”
Cogliere le fratture da stress o fragilità agli stadi iniziali, prima che diventino più serie, permetterebbe di ridurre gli interventi chirurgici e l’uso delle protesi.

Clive Lee, Pofessore di Anatomia presso il Royal Collage Of Surgeons in Ireland, dice: “Ad oggi, in seguito alla rottura del femore, ci sono il 50% di possibilità di non riuscire a condurre il resto della vita in modo indipendente e circa il 20% di morte nei 6 mesi successivi. Se avessimo un modo di identificare le persone col rischio maggiore di frattura all’anca potremmo trattarli e quindi prevenire la frattura. Non abbiamo un modo realmente efficacie per identificare chi ha bisogno di trattamenti medici. Quindi, se siamo in gradi di misurare la quantità e la qualità delle ossa avremmo un indicatore migliore del rischio di fratturae quindi essere capaci di prescrivere la terapia a chi ne ha più bisogno.”

Il gruppo di lavoro sottolinea che le applicazioni nel mondo reale richiederebbero l’iniezione dell’agente nano tecnologico nel flusso sanguigno nella zona oggetto dell’osservazione. La tecnica è stata recentemente pubblicata sulla rivista Chem.

Fonte: Reuters.com

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