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Osteoporosi: cure con bifosfonati in post menopausa

L’osteoporosi dovuta alla menopausa è la forma principale in termini numerici. Passeremo in rassegna l’opinione degli endocrinologi italiani su diversi tipi di medicine contro questo tipo di osteoporosi ma, indipendentemente dalla terapia farmacologica, è sempre consigliato includere vitamina D e calcio nel trattamento. Cominciamo coi bifosfonati.

Bifosfonati

Abbiamo già trattato di questi farmaci e sono potenzialmente mutuabili come indicato nella nota 79. Va aggiunto che potrebbero causare problemi gastrointestinali. Gli effetti indesiderati su lungo termine non sono chiari perché i dati raccolti fino ad ora sono discordi.

Acido alendronico

In aggiunto alle considerazioni valide per tutti i bifosfonati, nel caso dell’acido alendronico i dati non sono sufficienti a trarre una conclusione della sua efficacia sul lungo termine. Quello che finora sembra accertato sono i buoni risultati sull’aumento di densità ossea delle vertebre e sulla stabilizzazione del femore per trattamenti superiori ai 5 anni.

Gli studi finora condotti non hanno permesso la verifica dell’efficacia su fratture non vertebrali per mancanza di dati sufficienti.

Acido risedronico

L’assunzione per tre anni di 5 mg al giorno di acido risedronico per tre anni ha ridotto in modo significativo il rischio di frattura vertebrale se paragonato al gruppo di controllo trattato con placebo. Sembra che questo effetto perduri anche per periodi più lunghi tuttavia non esistono comparazioni col placebo, in questi casi.
Altri studi evidenziano comunque un effetto positivo sulla densità ossea di donne a partire dai 5o anni.

Acido ibandronico

L’uso di acido ibandronico sembra dare buoni risultati nella prevenzione delle fratture vertebrali nelle donne in post menopausa e anche nel caso di fratture non vertebrali in valori di T-Score inferiori a -3.

Acido zoledronico

L’acido zoledronico è il più potente tra i bifosfonati. Disponibile solo in forma iniettabile, viene assorbito molto rapidamente dal nostro scheletro ed è molto utile anche in trattamenti post operatori di fratture di origine osteoporotica.

Dopo la somministrazione possono presentarsi sintomi simili temporanei a quelli influenzali trattabili con paracetamolo o ibuprofene nelle forme più leggere. Vi possono essere anche problemi gastrici e infiammazioni nella zona di iniezione.

Va sottolineato che non è consigliato in gravi situazioni di insufficienza renale ma va aggiunto che il suo utilizzo, in soggetti sani, non compromette la funzione di questi organi.

Acido clodronico

L’acido clodronico è efficace in dosi di 800mg al giorno contro le fratture delle vertebre in donne in post menopausa o con osteoporosi secondaria ed in donne anziane. Sembra essere meno efficace, invece, per le fratture dell’anca.

L’acido clondronico in dosi orali di 1600 mg al giorno per almeno 3 anni, in donne con densità ossea normale o osteopeniche affette da cancro del seno allo stadio iniziale, contrasta gli effetti collaterali sulle ossa dei trattamenti chemioterapici e anti-estrogenici con effetti duraturi anche dopo il trattamento.

Il sistema sanitario italiano non rimborsa l’acido clondronico perché non considerato tra i farmaci per il trattamento dell’osteoporosi in donne in post menopausa.

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