Le Sostanze Perfluoro Alchiliche (PFAS) potrebbero agire come elementi scatenanti di scompensi endocrini al punto di portare ad obesità, disfunzioni alla tiroide e riduzione della densità ossea. Ulteriori studi sono necessari soprattutto per quanto riguarda gli aspetti legati al tempo di esposizione.
Cosa sono i PFAS
I PFAS sono sostanze usate nell’industria dei materiali per rendere le superfici più resistenti all’acqua, ai grassi ed alle macchie in generale. Questa classe di sostanze ne include più di 4.700 impiegate per la produzione di pentole antiaderenti, tessuti antimacchia e schiume antincendio. Tali sostanze rilasciate dall’industria come scarto di lavorazione, rimangono nell’ambiente per lungo tempo e, se assorbiti dal corpo umano, vi permangono per molti anni.
Sfortunatamente, le metodologie di analisi oggi disponibili sono in grado di rilevare una minima parte di questi composti. Risulta quindi difficile capire quanto la misurazione sia rappresentativa della realtà.
La situazione in Italia
Nel 2013 una ricerca sperimentale su potenziali inquinanti “emergenti”, effettuata nel bacino del Po e nei principali bacini fluviali italiani dal CNR e dal Ministero dell’Ambiente, ha segnalato la presenza anche in Italia di sostanze perfluoro alchiliche (PFAS) in acque sotterranee, acque superficiali e acque potabili.
Il servizio di Report – Rai 3
Gli effetti sulla salute
Diversi studi che hanno coinvolto adulti, bambini e donne in gravidanza hanno dimostrato un ruolo importante di queste sostanze per quanto riguarda obesità ed osteoporosi.
Esperimenti su topi hanno dimostrato che l’esposizione ai PFAS ad inizio vita conduce ad obesità in età più avanzata. Nell’essere umano, inoltre, si sono risontrati:
- un abbassamento dei livelli di testosterone ed aumento degli stati di infiammazione;
- aumento di peso e colesterolo totale sul lungo periodo.
Di contro, da studi con gruppo di controllo è anche emerso che uno stile di vita con attività fisica e dieta corretta potrebbe attenuare gli effetti avversi da PFAS.
Per quanto riguarda le donne in gravidanza, l’esposizione a PFAS è associata ad aumenti di peso durante la stessa e livelli più alti di diabete nei tre anni post-partum. Fortunatamente non sembra vi siano ripercussioni sui bambini.
PFAS ed osteoporosi
Sia in studi condotti su animali che nell’essere umano, sembra che l’esposizione a PFAS nell’infanzia conduca a una bassa densità ossea già in infanzia più avanzata e tarda età. Ulteriori investigazioni sono necessarie per l’impatto sull’adolescenza, momento in cui la produzione ossea raggiunge il suo picco.